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Stephan Kircher, la floricoltura è la mia passione

Qualche volta i figli seguono le orme dei padri, ma ciò non è scontato. Nella vita di Stephan Kircher, seppur il genitore maestro giardiniere in varie aziende dell’Alto Adige e in Germania, l’avesse introdotto alla professione di floricoltore già da bambino, la passione per questo mestiere nacque solo intorno ai 20 anni.

Signor Kircher, l’interesse per il lavoro di suo padre non si è manifestato da subito?

Quando ero piccolo mio padre era responsabile delle coltivazioni alla Floricoltura Gadner che si trovava dove oggi c’è la Vives, e già allora mi portava spesso con sé. Nel 1979, quando avevo 12 anni, ha aperto la sua attività in Via Maso della Pieve a Bolzano e io andavo spesso in azienda. All’età di 15 anni mi ha iscritto in un collegio a Gruyères in Svizzera, per imparare il francese e fare nel 1983 l’esame d’ammissione al Centre horticole de Lullier a Ginevra, dove ho frequentato tre anni di formazione professionale in lingua francese. Mi è sempre piaciuto il lavoro di floricoltore, ma a 19 anni non ero ancora sicuro al 100% che questo fosse il mestiere giusto per me.

Quale è stato il momento in cui se n’è convinto?

Quando sono tornato a Bolzano e mio padre mi ha da subito inserito in azienda lasciandomi la libertà di svilupparla e portare nuove idee, sono stati quegli gli anni in cui si è manifestata la mia passione.

Vista dall’esterno la floricoltura appare come un’attività gratificante a contatto con la natura e con le persone, ma quali sono le difficoltà? 

Il lavoro con le piante e con la natura è molto gratificante, ma molto più complesso di quanto appaia. Siamo molto legati alle condizioni climatiche che ogni anno sono diverse. Per produrre piante di qualità, sono importanti tanti fattori: la qualità delle giovani piante, il terriccio (substrato), la concimazione, la lotta antiparassitaria con l’utilizzo di insetti utili, lo spazio a disposizione, il controllo climatico nelle serre e la possibilità di poter vendere le piante al momento giusto (e qui influiscono di nuovo molto le condizioni atmosferiche). Però un conto è coltivare le piante, un altro è fare l’imprenditore. Ormai la burocrazia debordante, le regolamentazioni per la sicurezza sul lavoro, la mancanza di risorse umane (personale specializzato) le restrizioni nell’uso di prodotti fitosanitari, rendono il lavoro molto più difficile di una volta.

Immagino che anche nel vostro settore, più che in passato, siano necessarie specifiche competenze, cosa deve sapere oggi un "maestro" giardiniere?

Il nostro mestiere è molto vasto e necessita di tante competenze. Per prima cosa sono moltiplicate le varietà e le diversità delle piante. Scegliere quelle migliori o più adatte alla coltivazione nella propria azienda è molto più complesso di una volta. Un giardiniere deve conoscere le esigenze di tutte le piante, spesso molto diverse tra loro (luce, terriccio, concime, temperature, annaffiatura). Si va dagli alberi da frutto, ortaggi, agrumi, piante verdi da interno e grasse, orchidee, idrocoltura, piante da giardino, erbacee perenni, tappeti erbosi e alberature alla progettazione dei giardini, degli impianti d’irrigazione, di tetti e pareti verdi, oltre alla conoscenza delle malattie e dei parassiti delle varie specie di piante, le possibili carenze e l’applicazione dei rimedi più adatti con il giusto metodo. Stanno diventando sempre più importanti anche le competenze umane e sociali verso i collaboratori e i clienti.

Per avere il pollice verde è sufficiente la passione?

Una cosa importante è osservare le piante e la natura, per conoscerle, capirle meglio e   intervenire in modo e al momento giusto per evitare problemi. La passione naturalmente aiuta molto, come il buon senso.

Immagine: Stephan Kircher, Courtesy Stephan Kircher.