ita

Serendycity, la piattaforma che racconta la storia di ogni edificio di Bolzano 

Una piattaforma social che è anche un libro storico scritto da ognuno di noi e che racconta le storie di ogni edificio di Bolzano. Anche i condomini dei quartieri residenziali. Il progetto SerendyCity progettato dall’architetto Ali Shakeri Shemirani porta il capoluogo altoatesino al fianco di grandi città del mondo come Londra, Parigi e Berlino. “E se iniziamo a usarlo tutti diventa il più grande libro di storia condivisa che esista”

Il web moderno e i social network partono tutti dalla persona. Al centro c’è sempre la storia dell’individuo e solo come dettaglio il luogo in cui questo avviene. L’architetto iraniano e residente a Bolzano Ali Shakeri Shemirani ha avuto l’intuizione di ribaltare questo concetto partendo proprio dai punti geografici della città per realizzare delle mappe dove stratificare le storie. Gli utenti, in modo completamente gratuito, possono postare le proprie storie sottoforma di foto o video inserendole direttamente in una mappa. Negli anni si crea così una stratificazione storica di quanto accaduto in quello specifico spazio. Se pensiamo a realtà come gli stadi, i ristoranti o i parchi ecco che si compongono album fotografici densi di informazioni. Non solo, può anche essere emozionante scoprire cose accadute o esperienze provate dentro le mura delle case o dei condomini dove abitiamo. Già adesso per Bolzano esiste una chicca estremamente curiosa. La residenza di Semirani, comunque, consente al capoluogo altoatesino di posizionarsi tra le città pilota della piattaforma accompagnandosi a realtà come Manhattan a New York, Parigi e Teheran. Prossimamente arriveranno anche Berlino, Londra e Firenze. Una collocazione, insomma, molto prestigiosa.

“I social attuali hanno un tasso di dispersione degli attimi che è altissimo. Noi pensiamo di avere tutto ben archiviato ma in realtà il materiale fotografico e video, quindi anche emotivo, che viene disperso è altissimo. Non sai mai bene dove è finito un post molto vecchio. Da qui mi è venuta l’idea di creare una stratificazione storica a partire dai luoghi dove le emozioni nascono e si compiono”

C’è anche il suo talento da architetto in tutto questo?

“Ammetto di sì. Personalmente, per esempio, non accetto mai incarichi senza avere il tempo di studiare esattamente la storia di un edificio. A volte abbiamo strutturato con lo studio vere e proprie attività di ricerca storica scoprendo eventi straordinari. In un piano terra di Teheran vuoto da 43 anni abbiamo scoperto che si trovava un ristorante dove cenò anche Frank Sinatra e il più stretto collaboratore di Nixon. Nella sua cucina chiacchierava amabilmente il Re di Grecia. E siamo partiti solo da una fotografia trovata dietro un armadio. A quel punto l’abbiamo risanato scegliendo materiali e disegni certamente moderni ma rispettosi della storia di quel luogo. Da questo concetto nasce SerendyCity: questa operazione storiografica possono farla tranquillamente gli utenti e può diventare dominio e piacere per tutti”

Una prospettiva interessante anche per la pubblica amministrazione…

“Le svelo una piccola chicca proprio di Bolzano. Grazie alla collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Bolzano siamo entrati in possesso di una mappa riportante lo stato di tutti gli edifici dopo il bombardamento del 1945. Oggi qualsiasi bolzanino può consultare la mappa dal sito web e verificare se la propria casa esisteva nel 1945 e se ne uscì dustrutta, parzialmente danneggiata oppure integra dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale”

Quanti sono gli utenti per Bolzano?

“Onestamente ancora pochi perché stiamo aspettando di avere ancora un po’ di materiale prima di iniziare con il battage pubblicitario su ampia scala. Il servizio però è già totalmente disponibile, consultabile e arricchibile con le proprie fotografie. Ovviamente è completamente gratuito. Siamo anche in contatto con alcune pagine Facebook che si occupano di raccogliere vecchie immagini della città come Ricordi Bolzano Così. Andranno a posizionare delle fotografie d’epoca costruendo già un substrato storico dei vari luoghi”

Esiste anche un’applicazione della piattaforma?

“Ancora no ma ci stiamo lavorando. Al momento esiste però una versione responsive per il mobile”

E se una storia si dipana su più strade e diverse città?

“Si possono collegare. In un punto di un cimitero di Parigi raccontiamo la storia di un uomo iraniano suicida che continua anche in una piccola stradina di Teheran. Io stesso per Bolzano ho scritto la storia di due sartorie che rimarranno per sempre e chi aprirà in quei negozi sa dentro cosa si sta inserendo. Abbiamo anche in mente un evento…”

Quale?

“Un giorno mi piacerebbe riunire tante sedie a piazza Walther con molti storyteller con uno schermo che racconti la storia degli edifici attorno magari illuminandoli. Vi assicuro che è un momento di grande impatto emotivo. A Teheran lo abbiamo fatto ed è stato bellissimo perché certe storie non vengono raccontate dai libri di storia perché sono talmente intime e famigliari che non sono accessibili. Sempre su Bolzano stiamo lavorando anche con le scuole”

Per farli interagire?

“Sì, abbiamo coinvolto il liceo classico Carducci e una classe a marzo andrà in giro per la città per raccontare la storia di alcuni edifici della città mettendo le storie sugli indirizzi”

Non esiste qualcosa di simile già su Google Maps?

“Non proprio perché in quel caso non tutti gli edifici sono cliccabili con la sua pagina specifica. Solo alcune. Non solo, alcune strutture sono aggiornabili solo da chi possiede le attività economiche. Avere tutti gli edifici a disposizione permetterà, per esempio, a un musicista di testimoniare di aver suonato al Laurin Bar e tra qualche anno suo figlio potrà fare la stessa cosa creando un filo storico incredibile. Questo non è possibile oggi su Facebook, Instagram o X. SerendyCity sarà un libro aperto e infinito scritto da ognuno di noi. La conoscenza di uno con l’altro è la strada per un mondo di pace”.